Nel corso della crescita umana, considerata nel suo sviluppo ontogenetico, accade in alcuni passaggi che il cambiamento coincida con la crisi.

I due termini dell’espressione possono addirittura essere scambiati, senza un ordine preciso o alcun legame di causalità.

In altre parole, crisi e cambiamento si manifestano spesso come due facce della stessa medaglia.

L’adolescenza è simbolo, ad esempio, sia di cambiamento (come trasformazione del ragazzo in adulto) che di crisi.

Nella rappresentazione sociale e nel vissuto personale di molti, a questa età ci si trasforma tanto quanto ci si mette in discussione, spesso con angoscia, sofferenza e a volte il rischio di blocco evolutivo.

Prendendo in considerazione i Compiti Evolutivi (Pietropolli Charmet), si possono fare tanti esempi: dallo sviluppo dei caratteri sessuali, (oggetto sia di scoperta che di vergogna da parte di maschi e femmine), alla costruzione dell’identità sociale, (con l’affiliazione al gruppo dei coetanei, l’esposizione al loro giudizio e a quello della famiglia d’origine).

Similmente, crisi e cambiamento segnano importanti passaggi dello sviluppo filogenetico dell’umanità.

Il passaggio dalla tradizione orale alla scrittura ha comportato grande cambiamento sia nella cultura umana che nelle strutture neurali e, al contempo, è stato oggetto di crisi epocale. Platone nel Fedro ammoniva e metteva in guardia i contemporanei rispetto a tale rivoluzione tecnologica. La Rivoluzione Copernicana (1543) è detta rivoluzione in quanto, asserendo per mezzo del calcolo matematico che è la Terra a ruotare attorno al Sole e non il contrario, (come Tolomeo affermava per osservazione della realtà), ha permesso di passare dal dato puramente osservativo ad un realismo ipotetico, espresso grazie al linguaggio matematico (Turchi e Celleghin, 2010).

La trattazione copernicana ha comportato un cambiamento rivoluzionario prima nella comunità scientifica e poi nella comunità sociale, portando alla crisi delle certezze.

La Chiesa, nel ruolo di garante dei canoni scientifici in uso, dopo averla ignorata per un secolo inserì l’opera di Copernico nell’Indice dei libri proibiti (1620).

Oggi dunque l’emergenza sanitaria internazionale che stiamo vivendo si identifica sia come crisi, sia come occasione di cambiamento.

La crisi è rilevabile nel dato osservativo: quarantena, contagio, impossibilità di garantire cure democratiche, blocco della formazione scolastica e universitaria, eccetera.

Il cambiamento, che a differenza della crisi non ha in sé un valore positivo o negativo, è parte del medesimo processo.

Ed ecco che alla crisi del sistema sanitario sono connesse collaborazioni internazionali nella ricerca di risorse mediche, la quarantena modifica routine e vita familiare, il rischio di contagio cambia le prassi sociali, lo stop alla formazione e al lavoro ha portato alla digitalizzazione delle relazioni personali.

Ancora una volta crisi e cambiamento possono coincidere, portando la nostra società ad una nuova fase della sua crescita.

 

Redazione Officine