La didattica a distanza adottata in questo periodo di emergenza sanitaria richiede grandi capacità di adattamento da parte di tutti: insegnanti, alunni, genitori.

Gli insegnanti stanno facendo i conti con una nuovissima modalità di insegnamento, che comporta la ri-organizzazione del materiale e un diverso modo di entrare in relazione con i propri studenti. Non tutti gli insegnanti, infatti, riescono a creare una vera e propria “classe virtuale”, in cui tutti i bambini o i ragazzi vedono il professore ed i compagni attraverso uno schermo; alcuni parlano davanti a immagini profilo mute, immobili, senza sapere se qualcuno li sta effettivamente ascoltando; altri ancora non parlano nemmeno con i propri alunni e, attraverso una mail, una nota sul registro elettronico o un messaggio su Whatsapp, indicano i compiti da svolgere e la data entro cui dovranno essere consegnati.

Le famiglie hanno dovuto instaurare nuovi equilibri, basati sulla suddivisione degli spazi, dei tempi, dei dispositivi elettronici, per cercare di dare a ciascuno l’opportunità di mantenere una parvenza di normalità, tra lezioni online e smart working. Tra i problemi più frequenti che si verificano all’interno delle mura domestiche troviamo: la mancanza di un numero di dispositivi elettronici sufficiente a soddisfare le esigenze di ciascuno; una connessione internet instabile, che non permette di supportare le chiamate o le video-lezioni; spazi domestici ristretti, che non permettono di creare un ambiente silenzioso, privato, privo di distrazioni e interruzioni.

Queste difficoltà hanno come conseguenza un incremento della disomogeneità non solo tra le scuole, ma anche all’interno delle classi stesse, per cui alcuni alunni rimarranno indietro rispetto ai propri compagni, aumentando sensazioni di solitudine e di smarrimento.

 

Un cambiamento necessario.

Per diminuire il più possibile il disagio creato da tutte queste problematiche, si potrebbe cogliere l’occasione di questo periodo stra-ordinario per puntare allo sviluppo di competenze trasversali, rallentando le attività didattiche e proponendo in alternativa discussioni, momenti di confronto o attività di problem solving al fine di far sentire meno escluso chi non riesce a stare al passo e promuovendo lo sviluppo di abilità sempre più richieste dalla società odierna.

In genere le competenze trasversali vengono considerate secondarie rispetto all’apprendimento dei contenuti didattici e raramente gli insegnanti hanno modo di dedicare specifiche lezioni e attività al riguardo; ma è proprio in questi momenti di crisi e cambiamento che esse risultano essenziali per trovare soluzioni nuove, utili per sé e per gli altri.

 

Collaborazione, non competizione.

Gli insegnanti potrebbero coinvolgere i loro alunni per trovare diverse modalità per svolgere la didattica online, cercando di stimolare lo spirito di iniziativa, la consapevolezza dei limiti e delle risorse disponibili e creando un clima di cooperazione e di unione che mai come oggi risulta prezioso sia per i docenti che per i ragazzi.

I docenti potrebbero ad esempio incitare la collaborazione tra gli studenti, in modo che i ragazzi più avvezzi all’uso del computer aiutino chi è più in difficoltà; oppure si potrebbero cercare insieme video, film o documentari da commentare insieme o in piccoli gruppi.

Dare l’opportunità di sentirsi utili, produttivi per uno scopo comune, attraverso un nuovo modo di concepire la didattica e la relazione tra studente e insegnante, può aiutare a vivere con maggiore serenità la reclusione, al contrario della didattica tradizionale, che punta al successo individuale attraverso una trasmissione lineare del sapere.

È ormai ampiamente risaputo che la didattica tradizionale negli ultimi decenni è entrata profondamente in crisi, a causa dei cambiamenti nella società e nello stile di vita dei giovani, dovuti principalmente allo sviluppo delle nuove tecnologie.

Sembra quasi che questo evento, drastico, crudele e inaspettato, abbia posto la didattica davanti ad un punto di svolta dal quale non si potrà più tornare indietro, e grazie al quale forse si troveranno soluzioni a problemi di cui si conoscevano finora solo le cause e le conseguenze, ma davanti ai quali solo in pochi hanno avuto il coraggio di sperimentare radicali cambiamenti.

Redazione Officine